lunedì 27 febbraio 2017

Esoneriamo gli animali dal lavoro circense. Intervento di Paola Scialpi



Quando da piccola, nella nostra città (Lecce), arrivava il Circo qualcuno mi portava ad assistere al suo spettacolo. Ci andavo con la scuola o con la famiglia. Ci andavo contro voglia. Non mi divertivo se non un poco, quando erano in scena i pagliacci. Il circo mi ha dato sempre tanta tristezza. Da piccola non capivo perchè, visto che tutti si divertivano. Poi da grande ho realizzato quanto l'animale offre all'uomo in termini di fedeltà, amicizia, riconoscenza. Valori che l'uomo sempre più sta perdendo. Assistiamo ogni giorno a delitti terribili per mano umana a volte commessi solo per gelosia o per soldi, e continuiamo a dire che alcuni animali sono feroci. E' feroce di più il rinoceronte o gli uomini che gli strappano il corno per ricavarne denaro? E' più feroce l'elefante o chi fa delle sue zanne un commercio clandestino di avorio? Gli animali assalgono quando hanno fame o quando si sentono aggrediti. L'uomo uccide con molta più facilità.
Allora restituiamo gli animali ai loro naturali ambienti. Che il leone torni ad essere il re della foresta, che la tigre bellissima si muova nella sua savana, che la zebra si pavoneggi nel mostrare le sue strisce che fanno concorrenza alle geometrie di Escher. Il circo li rende stupidi diventando senza animo come fossero di peluche. La tradizione circence non deve certo morire ma anzi evolversi. Deve diventare un grande spettacolo itinerante con grandi artisti che anzi, senza il supporto degli animali, dimostreranno di più il loro valore e tutti gli animalisti sicuramente torneranno ad assistere allo spettacolo circense.

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